DCA: come riconoscerli in tempo

DCA è una sigla spesso sconosciuta, che affligge però 3 milioni di italiani. Nota più che altro per le patologie che identifica (anoressia e bulimia tra le più risapute), DCA significa Disturbi del Comportamento Alimentare.

I DCA esordiscono principalmente tra i 15 e i 20 anni, soprattutto le ragazze (anche se la quota di incidenza maschile è fortemente in aumento), appartenenti a famiglie di ogni estrazione sociale. Un esordio precoce non implica il risolversi della malattia in giovane età. Senza un trattamento appropriato, si può trascinare questa condizione fino all’età adulta, con conseguenze estremamente limitanti per la qualità di vita della persona e che in alcuni casi possono addirittura risultare mortali.

Senza entrare nello specifico per ogni diverso disturbo, i tratti e i comportamenti più comuni di chi si avvicina a queste realtà, specie tra i banchi di scuola, sono:

  • Rigidità nei giudizi e nei comportamenti, specie su se stessi;
  • Ricerca dell’affermazione attraverso il perfezionismo e nei massimi voti scolastici;
  • Difficoltà a relazionarsi con i coetanei e autostima tendenzialmente bassa rispetto alla propria forma fisica;
  • Negazione del proprio corpo, con rifiuto dell’accettazione delle proprie forme o vergogna
    per esse. Il vestirsi con abiti molto abbondanti per coprire la propria fisicità, ad esempio;
  • Attenzione puntigliosa e metodica verso ciò che si mangia oppure vergogna a mangiare insieme ad altri individui;
  • Pratica di attività sportiva in modo eccessivo, eventualmente fino allo sfinimento;
  • Fobia verso particolari tipologie di alimenti.

Bisogna dire che alcuni di questi aspetti sono veri per il 90% degli adolescenti (o degli adulti contemporanei), quindi perchè diventa necessario preoccuparsi?
Perchè in alcune persone il disagio verso queste difficoltà trova una purtroppo naturale via di sfogo nei disturbi come anoressia o bulimia, o nel mangiare eccessivamente fino all’obesità.
Il cibo, e di conseguenza il contenitore per esso (ovvero il nostro corpo), diventa uno degli strumenti utilizzati per incanalare il disagio.

I primi segni che la malattia da una prima fase di esordio si sta consolidando sono molto variabili, e di difficile riassunto schematico. Oltre infatti alle più famose anoressia e bulimia, troviamo anche il binge eating disorder, l’ortoressia, la night eating syndrome e un’altra serie di disturbi meno frequenti, ed ognuno di questi ha le sue caratteristiche, con i propri sintomi e segni.
In comune, vi è un crescendo di sintomi tra cui disturbi dell’umore e stati d’ansia, comportamenti ossessivi-compulsivi, scatti di panico. A volte, come nell’anoressia, le persone tendono a stabilire dei rituali: mangiare sempre lo stesso cibo, preparato sempre nello stesso modo e magari alla stessa ora. Oppure la già citata attività fisica, praticata per portare il corpo allo sfinimento.

Una chiave di lettura necessaria per identificare questi comportamenti che possono sfociare nei DCA, è il ricordarsi che nessuno ne è immune.
Pensieri  come “è impossibile che una cosa di questo tipo capiti a mia figlia/sorella/nipote” può renderci ciechi rispetto ad una problematica affermata o in via di sviluppo, lasciando ancora più isolato e solo chi soffre di questa problematica.  Le famiglie spesso negano a se stesse l’esistenza dei primi segni patologici legati al rapporto con il cibo, perché sembra incredibile che possa accadere a loro, perché si vergognano a chiedere aiuto o perché si credono loro stessi le cause di problemi irrisolti. Questo è profondamente sbagliato, e come qualsiasi altra patologia in cui si può incorrere nella vita, bisogna rivolgersi prontamente ad uno specialista.

Quindi, a chi rivolgersi?
Attualmente, l’indicazione per questo tipo di problematiche, che sono profondamente complesse e che vanno a toccare varie aree di competenza prevedono una terapia multidisciplinare effettuata da team composti da psichiatra, psicologo, dietista e medico internista. Ogni specialista dovrà andare gestire le proprie aree di competenza, siano essi gli aspetti della mente, del corpo o dell’alimentazione, per consentire un trattamento efficace.
Diffidate profondamente di qualunque professionista singolo che si propone di risolvere, in autonomia e con piena remissione, problematiche di questo genere.

Se avete il sospetto che un vostro conoscente possa soffrire di una di queste patologie, non esitate a contattare un qualsiasi specialista sopra citato per attivare un percorso terapico multidisciplinare, o un centro di cura specifico per i DCA in cui trovare una equipe già pronta ad effettuare questo tipo di percorso.

Fonti e contatti utili:

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